2009/05/11

Tifosi malgrado la fifa

A meno di 400 giorni giorni dall'inizio di uno dei più grandi eventi sportivi nel mondo, il Sud Africa scopre di poter, forse, dare un volto veramente africano alla manifestazione. Con la crisi economica, le imprese europee non hanno acquistato una gran quantità di biglietti per assistere alle partite e i primi a beneficiarne sono proprio gli acquirenti locali.

Nonostante la Fifa avesse fissato un prezzo forfaittario di molto inferiore a quello per i mondiali in Germania, l'accoglienza alle prime tranche di vendita è stata fredda: gli organizzatori avevano previsto 900 000 tifosi dagli altri continentu, oggi dicono saranno 450 000 e così i tifosi della prima coppa del mondo organizzata in Africa potranno essere essenzialmente africani.

Un calcio alla crisi
In realtà anche per i clienti sudafricani esistono difficoltà; l'inflazione fa perdere continuamente valore al rand, la moneta locale, ma tutto sommato il paese sudafricano è stato solamente sfiorato dalla crisi bancaria. Secondo l'unica società autorizzata alla vendita dei biglietti, la svizzera Match, cresce anche la domanda di biglietti da parte dei paesi africani subsahariani, Nigeria e Angola, in testa.


Seppure quella di dare un volto africano alla manifestazione sembra una scommessa già vinta, resta da vedere come reagirà il paese alle altre sfide che l'evento sportivo gli ha messo davanti.

Le contraddizioni non mancano quando si investono milioni di euro per la costruzioni di cinque stadi confinanti con zone dove la popolazione vive quotidianamente l'emergenza abitativa e sanitaria. Grazie al mondiale gli interventi più consistenti sono stati indirizzati al miglioramento delle infrastrutture in particolare il sistema elettrico, gli aeroporti, le strade e le autostrade, ma ad esempio i sistemi di trasporto locali, cari e insicuri, attendono una riforma annuniciata da tempo che ancora non si è vista.

Aspettando il 2010
In generale sono molti i settori dell'industria sudafricana che sperano di sfruttare il potenziale di crescita che una grande manifestazione mondiale porta con sé. Primo fra tutti il turismo che spera nel volano dell'evento sportivo per presentare l'intera regione come una destinazione di viaggi e d'investimento. Poi l'industria tessile, chiamata a reggere la concorrenza delle importazioni cinesi per la realizzazione di gadgets, t-shirts e cappelli. Il problema in questo caso, come per il settore delle telecomunicazioni, sono le costose licenze Fifa a cui pochissime imprese manifatturiere e di comunicazione sudafricane possono far fronte, con la conseguenza di impedire la vendita dei prodotti e dei servizi per tutto ciò che ruota intorno alla Coppa del Mondo.

Da vedere insomma se le zuzuvela dei tifosi sugli spalti, una specie di corno coloratissimo che produce un assordante suono a metà strada tra un barrito di elefante e il ronzio di uno sciame di api arrabbiate, saranno made in China.

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